Perchè il mio bambino fa i capricci?

Molte volte sembra che adulti e bambini parlino lingue diverse, non riuscendo a capirsi su alcune cose che vengono vissute dal bambino in un modo e dal genitore/insegnante in un altro. E’ il caso dei capricci. Molto spesso questi vengono letti dagli adulti come un  segnale di sfida, mentre la maggior parte delle volte significano

Perchè il mio bambino fa i capricci?

Molte volte sembra che adulti e bambini parlino lingue diverse, non riuscendo a capirsi su alcune cose che vengono vissute dal bambino in un modo e dal genitore/insegnante in un altro.
E’ il caso dei capricci.
Molto spesso questi vengono letti dagli adulti come un  segnale di sfida, mentre la maggior parte delle volte significano altro.
Spesso i capricci nascondono un disagio fisico o emozioni quali la tristezza e la rabbia.
Per questo è importante che i genitori imparino ad osservare il bambino, per comprendere il motivo dei suoi capricci. Così facendo possono spiegarlo anche a loro, aiutandoli a accogliere e restituire le emozioni che provano.
Oltre all’ascolto, ci sono una serie di modalità che possono essere adottate nella relazione con i bambini, in particolare quando si tratta di capricci.
Ad esempio quando si parla con loro, abbassarsi e guardarli negli occhi, per evitare che ci sia una disparità nella relazione, anche dal punto di vista fisico.
Inoltre è sempre bene spiegare loro perché qualcosa non si può fare, questo li rende tranquilli e crea una routine. Inoltre permette loro di accrescere la fiducia negli adulti e costruire uno schema personale rispetto alla giornata.
Un altro aspetto fondamentale riguarda i limiti, da dare sempre ai bambini, anche quando sembrano troppo piccoli. Prima il bambino si sentirà contenuto, prima capirà quali sono i suoi confini. Tale aspetto è fondamentale anche per la sua crescita, è bene che impari che ci sono dei confini e che non può avere tutto ciò che desidera.
Diversamente il rischio è che qualche anno dopo, in particolare durante l’adolescenza, non accetti le limitazioni date dal mondo esterno e quindi fatichi a gestire le relazioni con i pari o con la scuola, secondo agente educativo, dopo i genitori.

Cosa fare quando una crisi di capricci è finita?

La tendenza di molti genitori è quella di rimanere con il broncio e pieni di rancore, ma questo fa male sia all’adulto, che al bambino. Il primo, infatti, rimane nervoso e teso e il bambino può provare una forte ansia. Non c’è nulla di più angosciante per un bambino che sapere che il proprio genitore è ancora arrabbiato per una cosa che è successa tra loro.
Un ottimo strumento, quindi, potrebbe essere l’abbraccio. L’abbraccio dona calore, ma comunica anche il messaggio che i genitori ci sono, nonostante il bambino si arrabbi a volte in modo molto forte.
E’ una prova d’amore e di continuità, ancora più significativa a fronte di una difficoltà nella relazione.

Un’altra riflessione che aiuta a ridimensionare i capricci dei bambini possiamo farla pensando alla nostra esperienza.
Quante volte, se siamo stanchi, se la giornata è andata storta o se proviamo delle emozioni che non riusciamo a comunicare, anche noi facciamo i capricci?
Non li facciamo come li fanno i bambini, ma a nostro modo comunichiamo all’altro che non stiamo bene e che è meglio non insistere su alcune cose. E solo con il tempo l’altro ci conosce e comprende qual è la modalità da adottare con noi quando siamo stanchi o frustrati.

L’obiettivo è quello di provare a usare modalità che sciolgano il malessere, ma sempre con l’idea che, se nemmeno noi riusciamo a affrontare ogni situazione con maturità, come possono farlo i bambini?
Così come per gli adulti essere genitori è un lavoro che si impara piano piano, anche per i bambini, gestire il proprio malessere e poterlo comunicare è un lavoro lento e graduale.

 

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Se vuoi approfondire la tematica dei capricci dei bambini con la dott.ssa Chiara Zani psicologa e psicoterapeuta puoi prenotare un consulto a Rovato attraverso la pagina dei contatti