Cibo ed emozioni

Nonostante il cibo sia il grande protagonista di feste di famiglia, trasmissioni tv, fotografie e social, spesso le persone non sono consapevoli di alcuni aspetti che lo riguardano. Ci sono delle azioni, delle cose che diciamo o pensiamo che si ripetono nelle diverse giornate e che impediscono di migliorare il nostro rapporto con il cibo.

Cibo ed emozioni

Nonostante il cibo sia il grande protagonista di feste di famiglia, trasmissioni tv, fotografie e social, spesso le persone non sono consapevoli di alcuni aspetti che lo riguardano.
Ci sono delle azioni, delle cose che diciamo o pensiamo che si ripetono nelle diverse giornate e che impediscono di migliorare il nostro rapporto con il cibo. Ad esempio, avere l’abitudine di mangiare velocemente o mentre si usano il cellulare o il computer. Un’altra tendenza sempre più diffusa è quella di seguire diete facilmente reperibili su internet o passate da amici e conoscenti, perdendo così la possibilità di sentire cosa soggettivamente fa bene a una persona, che può non far bene ad un’altra.
Il modo di mangiare dovrebbe essere la prima forma di cura di sé, un’azione quotidiana in cui considerare soprattutto i propri bisogni. Ognuno di noi sa che quanto, quando e cosa mangiamo è influenzato dalle nostre emozioni.
Spesso ci si rifugia nel cibo per riempire un vuoto o quando si prova ansia, mentre l’obiettivo dovrebbe essere imparare ad ascoltare di più le nostre emozioni e mangiare con consapevolezza. Sapere che ci sono diversi tipi di fame, da quella dello stomaco, che può essere dettata dalla tensione o da un reale segnale di fame, a quella del cuore, per cui alcuni cibi ci piacciono di più perché ce li preparavano quando eravamo bambini. Sapere che in alcune occasioni saremo tentati a mangiare di più, ad esempio se litighiamo con qualcuno e se siamo molto stressati. E’ bene esserne consapevoli per poter introdurre modalità nuove e diverse di agire, piuttosto che ripetere gli stessi schemi ed usare il cibo come rifugio. Pensare ad attività alternative al mangiare, cui ricorrere nei momenti di crisi; non ci sono consigli universali, perché anche rispetto a questo è bene partire da ciò che soggettivamente fa star bene, che può essere molto diverso da persona a persona. C’è chi potrebbe star bene facendo una chiacchierata con un amico, chi uscendo a fare una passeggiata.
Il cibo, infatti, riguarda oltre che il rapporto con sé, anche il rapporto con gli altri. Sia perché spesso vi ricorriamo quando le relazioni non sono soddisfacenti, sia perché le persone che ci circondano influenzano il modo in cui mangiamo o come vediamo il nostro corpo, facendo osservazioni sul nostro aspetto o sul nostro peso che possono portarci anche ad offenderci ed arrabbiarci.
Questo accade prima di tutto perché noi stessi siamo talvolta molto rigidi ed esigenti, ponendoci obiettivi ideali e irraggiungibili sul peso e sulla forma fisica. Così facendo i pensieri critici e le emozioni negative impediscono di vivere in modo sereno il rapporto con il cibo. E’ bella, invece, l’idea che le emozioni negative siano come nuvole passeggere, che anche se arrivano, non ci turbano troppo e possiamo osservarle allontanarsi piano piano da noi, permettendoci di concentrarci su cosa ci fa star bene.