Impegnati, anche se forse non vincerai

Quello che si trasmette ai figli influenza fortemente le loro aspettative e il modo in cui affrontano le situazioni. I bambini a cui è stato detto che nel futuro avrebbero potuto fare tutto quello che volevano, diventano spesso adolescenti tristi e delusi. Nonostante un bambino, poi adolescente, si impegni con tutte le sue forze, non

Impegnati, anche se forse non vincerai

Quello che si trasmette ai figli influenza fortemente le loro aspettative e il modo in cui affrontano le situazioni.
I bambini a cui è stato detto che nel futuro avrebbero potuto fare tutto quello che volevano, diventano spesso adolescenti tristi e delusi.
Nonostante un bambino, poi adolescente, si impegni con tutte le sue forze, non sempre otterrà ciò che vuole.
Lo psicologo e premio Nobel per l’economia, Daniel Kahneman spiega che il successo non deriva solo dal proprio talento, ma anche da una buona dose di fortuna.
Questo per dire che non abbiamo il controllo su tutte le variabili che garantiscono un buon risultato ed è bene saperlo.
Al contrario, c’è il rischio che gli adolescenti vivano le prime frustrazioni e i primi inusccessi come qualcosa di estremamente negativo, piuttosto che qualcosa di possibile e normale.
Mi piace sottolineare quest’ultima parola “normale”, perché in una società in cui conta la performance, a volte ci si dimentica che prima di un buon risultato ci sono la fatica, i tentativi ed alcuni insuccessi.
Non significa rassegnarsi e pensare che non si otterrà mai nulla, ma prepararsi a tutte le possibilità.
Avere un buon esame di realtà significa avere la consapevolezza dei propri punti di forza, ma anche dei limiti, interni ed esterni.
Spesso sono gli stessi genitori a non accettare la possibilità che il proprio figlio non sia eccellente o non emerga sugli altri, trasmettendo una serie di aspettative.
Il problema si presenta quando i figli, pur di non deludere i genitori ed avere buoni risultati, fanno i tentativi più disparati. Ad esempio, quando a scuola un ragazzino arriva a copiare durante le verifiche per prendere voti alti, oppure fa male ad un avversario durante una partita di calcio pur di vincere.
Se invece il genitore è realistico saprà esserlo anche verso il figlio, che a sua volta non sentirà la pressione costante per “riuscire”, avere successo ed emergere a tutti i costi.
Così facendo avrà meno ansia e affronterà in modo più sereno i propri compiti, sapendo che a volte raggiungerà i propri obiettivi ed altre volte no, senza che questo rappresenti un fallimento irrecuperabile.